I Mugnoli sono ortaggi che sono indissolubilmente legati al paese di Pettorano sul Gizio e al suo microclima, al terreno e alla cultura del posto. Tanto da rendere il prodotto unico e inimitabile.
Coltivato negli orti dei pettoranesi nel centro storico lungo il Tratturo Magno, questo rupestre (della famiglia Brassica Napus L.), cugino dei friarelli e discendente delle cime di rapa pugliesi (da dove si presume sia stato importato durante le transumanze), ha da un paio di anni fatto un salto di qualità, proprio grazie al progetto del Gal intorno al quale si sono riuniti più soggetti (pubblici e privati) al fine non solo della sua valorizzazione, ma anche della sua coltivazione, produzione, trasformazione e commercializzazione.
La coltivazione “familiare” è diventata per la prima volta così lo scorso anno “agricola” grazie ad un’azienda nata a settembre del 2020, la Fasoli, che ha messo a sistema semina e raccolto e avviato la difficile selezione dei semi. La produzione, quest’anno è stata quasi quintuplicata (circa 60 quintali), con una prospettiva di crescita che investe anche le fasi della trasformazione del prodotto, con la creazione di creme, preparati e sottolio.
La valorizzazione del prodotto, per il quale è atteso già da quest’anno il rilascio della certificazione De.Co., si lega anche all’importante lavoro scientifico in corso da parte del Parco nazionale della Maiella che ha eseguito uno studio genomico dei mugnoli; ma anche dalla collaborazione nelle ricette del ristorante Il Torchio e dell’Istituto Alberghiero di Roccaraso in collaborazione con l’accademia della cucina di Niko Romito.
Un’eccellenza del territorio che risponde ad una tradizione molto rigida, con la semina fatta durante la prima luna calante dopo Ferragosto, la coltivazione fatta senza l’uso di concimi chimici, la raccolta fatta a mano durante il periodo invernale.
Grazie alla sua resistenza alle gelate (che anzi li rendono più teneri), i Mugnoli di Pettorano sono stati nel tempo merce di scambio preziosa nei vicini mercati (specie a Sulmona) ed oggi rappresentano una sfida del comparto enogastronomico di assoluta qualità.
Del Gruppo marketing del Gal Abruzzo Italico Alto Sangro, fanno parte: Comune di Pettorano sul Gizio, Proloco Pettorano sul Gizio, Slowfood, Parco nazionale della Maiella, cooperative Valleluna, Ardea, Pectoranum, azienda agricola Fasoli, ristorante Il Torchio, alimentari Cicone.